Quest’estate è partita una vera e propria ondata di panico nei confronti di un animale italiano non problematico con cui in Italia conviviamo pacificamente da perlomeno 3 millenni.

Ecco cosa dice lo Zoologo Nicola Bressi in un suo post su FB (link al post originale)

VESPA ORIENTALIS IN CITTÀ, CIÒ CHE SAPPIAMO E CIÒ CHE SERVE SAPERE

1) Autoctona o aliena?

Il nome “Vespa orientalis” si riferisce al Mediterraneo orientale. Si tratta di un calabrone mediterraneo naturalmente presente da secoli in sud Italia e Grecia. Ora, col nostro inquinamento climatico e i nostri sprechi alimentari, stiamo facendo espandere queste grosse vespe (noi chiamiamo “calabroni” le vespe sociali che superano i 2 cm di lunghezza; ma tutti i calabroni appartengono al genere “Vespa”).

2) Perché sono improvvisamente comuni in molte città?

Innanzitutto il clima più caldo e le alte temperature accumulate e poi emesse da asfalto e cemento, favoriscono queste vespe, che godono particolarmente delle isole di calore che si formano fra i palazzi dei centri urbani, mentre evitano i boschi e i luoghi freschi e miti (preferiti invece dal Calabrone Europeo, Vespa crabro).

Secondariamente sono vespe abituate a spolpare i resti di cibo dei predatori. Per un animale che si nutre di avanzi di cibo: le città sono un paradiso.

Terzo: i città ad oggi non hanno alcun predatore, né alcun competitore.

Da ultimo, per una specie che nidifica in fessure e piccole cavità, la città è ricca di opportunità. Soprattutto ove ci sono edifici dismessi o sottotetti abbandonati.

In altre parole, le Vespa orientalis si sono INURBATE. Come fecero prima di loro i piccioni, le cornacchie e i gabbiani. E come, a Roma, stanno facendo i cinghiali.

3) Sono aggressive e pericolose?

Questi calabroni mediterranei non hanno istinto aggressivo verso le persone. Pungono esclusivamente per difesa, in due occasioni:

– a meno di 5 metri dal nido;

– se toccati/schiacciati/calpestati.

Le loro punture sono assai dolorose, ma non hanno conseguenze sanitarie se ben disinfettate (quasi sempre ci dimentichiamo di disinfettare per evitare infezioni) e poi trattate con apposite pomate antistaminiche.

Soprattutto (!): le persone punte vanno monitorate nella prima mezz’ora, attenzionando possibili shock anafilattici, esattamente come in tutte le punture di api e vespe di ogni specie.

A Trieste, la prima città nella quale si sono urbanizzate anni fa, i medici del Pronto Soccorso non hanno ad oggi riscontrato alcun aumento significativo di interventi per punture d’insetto. Trend che pare confermato pure a Napoli e Palermo.

4) Come ridurre il rischio?

Per ridurre il rischio di schiacciarle inavvertitamente, la raccomandazione è di porre zanzariere alle finestre e evitare di lasciare in balconi e giardini: frutta, acqua, alimenti o ogni sorta di scarto di cibo. Le Vespa orientalis sono onnivore e particolarmente attratte dal cibo per gatti e cani.

Proprio le crocchette per cani e gatti sono uno dei loro principali sostentamenti in ambiente urbano.

Crocchette che vengono sollevate e direttamente portate in volo dentro i favi per far crescere la colonia. Più dimentichiamo cibo nelle ciotole, più facciamo aumentare le Vespa orientalis (che se hanno più cibo, producono più nuove regine fondatrici).

Grande attenzione va posta ad esempio nella gestione delle colonie feline, che le osservazioni dimostrano essere la maggiore fonte di cibo per Vespa orientalis.

5) Possiamo scacciarle dalle città?

A meno di inverni prolungatamente freddi, la risposta è no. Ormai tocca imparare a conviverci. Per 4 mesi l’anno: da luglio a ottobre. A novembre muoiono; sopravvivono solo le regine fondatrici, che però se ne vanno, trasferendosi altrove a costruire l’estate successiva un nuovo nido.

Eventuali nidi situati in case abitate o in zone molto frequentate, possono essere rimossi da ditte specializzate.

Non dà invece risultati soddisfacenti provare ad avvelenare le vespe operaie vaganti in giardini e balconi. Per eliminare solo qualche operaia (un favo ne può contare molte centinaia), non si possono certo spruzzare veleni quotidianamente: ne risentirebbe la salute di tutti, di noi stessi e dei nostri animali domestici, dal momento che non esistono veleni che uccidono esclusivamente le vespe.

Neppure esistono al momento trappole efficaci nel catturare solo queste vespe. Inoltre, le trappole hanno un attrattivo, e ciò finirebbe per attirarle ancora di più in zona.

Pure schiacciare o ferire una vespa può essere rischioso, per un odore che in tali casi emana, allarmando le vespe attorno.

6) E le api?

Vespa orientalis non sembra dare grossi problemi alle api selvatiche e all’apicoltura svolta in ambienti naturali (in Sicilia gli apicoltori ci convivono da millenni, producendo ottimo miele).

I problemi sorgono negli alveari di città. Solo in città Vespa orientalis (per colpa del sostentamento che noi umani le forniamo) raggiunge densità tali da poter compromettere la sopravvivenza degli alveari più deboli ed esposti.

Quindi attenzione e prudenza verso un nuovo concittadino e vicino di casa, sicuramente problematico, ma non certo terribile.

FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA

Da Luglio 2022 si sono succeduti una serie di articoli giornalistici dai toni allarmistici ed esagerati che hanno causato un’ondata di panico nella cittadinanza romana riguardo a Vespa orientalis.
Si tratta di un calabrone originario del mediterraneo e il suo areale si estende dall’Italia al Kazakistan, ma lambisce appena l’Africa settentrionale e non arriva certo dalla Cina o dal Madagascar.
Presente da sempre nelle regioni meridionali del nostro paese, da alcuni anni si sta spostando verso nord anche a causa degli inverni più miti e delle temperature medie più elevate.
Le prime segnalazioni a Roma sono del 2019, a Trieste dal 2018, Genova e Grosseto nel 2020
L’ISPRA è intervenuta creando post informativi e rilasciando a La Repubblica l’intervista di Valentina Raggiu ad Andrea Monaco, zoologo dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, dove di fatto fornisce informazioni corrette tentando di smorzare l’inutile ondata di allarmismo.

Di seguito alcuni link di approfondimento
Intervista a Andrea Monaco (ISPRA)
https://www.kraugh.it/vespa-orientalis/
https://www.kraugh.it/ciclo-vitale-dei-calabroni-genere-vespa/
https://www.kraugh.it/quanto-sono-realmente-pericolose-le-vespe-crabro/

Di Luca