ALLARME CALABRONI

La mamma:
“Il mio piccolo eroe fra la vita e la morte”.

Calabroni in aumento. Intere zone invase. La protezione civile mette in guardia: stanno arrivando nuove specie in Italia, molto aggressive, che presentano un pericolo per l’uomo.
Per salvare le api, un bambino rischia la vita.

Sembra un quadro, la villa della famiglia Giusti, nel mezzo allo splendido paesaggio toscano. Siamo a Catrosse, una frazione della bellissima cittadina di Cortona, in provincia di Arezzo. Caterina, una donna elegante ma disponibile, mi offre la limonata preparata in casa. “L’ingrediente segreto è la menta del nostro orto”, mi confida. Se avessi dubbi sulla ricetta, sono spariti al primo sorso: è squisita.
Davanti a noi corre il piccolo Umberto, un bambino vivace di otto anni. In mano tiene una tartaruga.
“Umberto adora gli animali”, racconta Caterina. “Pensa, l’altra settimana ha trovato un geco, che teneva in una scatola di scarpe. Ci ha giocato moltissimo. Gli voleva tanto bene che quando ha perso la coda, per consolarlo mi è toccato rimetterla con l’Attack. Non smetteva di piangere se no!” Caterina ride e guarda affettuosa il bambino. È evidente che fra madre e figlio c’è rapporto speciale. Poi diventa seria:
“Quest’estate ci siamo presi un grande spavento”.

Un piccolo amante della natura, salvato per miracolo

Come tanti amanti della natura, la famiglia Giusti si stanno preoccupando del drammatico decremento delle api e delle sue conseguenze devastanti per il nostro pianeta.
“Sono anni che se ne vedono sempre di meno, ma quest’anno proprio zero”.
La spiegazione non si è fatta attendere. Un giorno Caterina ha notato dei calabroni, temibili predatori di api.
“Erano di sette centimetri circa. Abbiamo cercato di eliminarli con la racchetta, ma loro continuavano ad arrivare.”
Quello che non sapevano era che il piccolo Umberto aveva individuato il loro nido. Ed ecco il giorno che rimarrà sempre impressa nella memoria della madre premurosa.
Armato di spada e nerf – una pistola giocattolo – Umberto è andato in difesa delle api a combattere i calabroni. I calabroni, imenotteri molto aggressivi e in particolar modo con i bambini, sono andati subito all’attacco. Una sciame di grande insetti con pungiglioni potenti si sono scaraventati contro il piccolo bambino, usando il loro terribile veleno.
“Aveva cinque o sei punture, urlava come un matto per il dolore”, dice Caterina. Sua voce trema, per quanto cerca di rimanere composta. “Le punture si stavano gonfiando, l’abbiamo portato subito al pronto soccorso.”
L’intervento tempestivo è stato determinante. Al pronto soccorso non hanno esitato ad agire. Al bimbo hanno amministrato antistaminici e cortisone, per fermare la reazione.
“Io che sono solo per rimedi i naturali e omeopatici ho visto riempire il mio figlio di pasticche.” Adesso non riesce più a nascondere l’emozione e tira fuori un fazzoletto per asciugarsi gli occhi. “Ma, quando ci vuole … hanno fatto quello che dovevano fare.”

Fare attenzione alle specie invasive. Rivolgersi a disinfestatori professionisti.

La famiglia Giusti si sono difesi rivolgendosi a una ditta professionista di disinfestazione. Oggi Umberto è salvo e Caterina ringrazia che l’episodio abbia avuto un lieto fine.
Ma stare vigili non è mai sbagliato. Mentre tutti i calabroni rappresentano un rischio per l’uomo, negli ultimi anni sono arrivati in Italia delle specie invasive che sono un pericolo per l’intero ecosistema. Si tratta di due specie asiatiche, la Vesta orientalis e la Vespa mandarinia. Sono calabroni molto più aggressive e velenosi dei nostri che hanno già invaso parte dell’America del Nord, facendo dei veri e propri stragi.
“Gli apicoltori sono disperati”, spiega Domenico Corradi, esperta di scienze agricole all’Università di Bari.
“Difendersi contro questi calabroni è quasi impossibile, e poi rischi la propria pelle”.
Marco Marroni, il proprietario di Abilia Tarchi, una ditta di disinfestazioni di Roma, non spreca le parole:
“Rivolgersi subito a un professionista. Il far da sé è da pazzi.”

Gioconda Rappettoni

FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA

Da Luglio 2022 si sono succeduti una serie di articoli giornalistici dai toni allarmistici ed esagerati che hanno causato un’ondata di panico nella cittadinanza romana riguardo a Vespa orientalis.
Si tratta di un calabrone originario del mediterraneo e il suo areale si estende dall’Italia al Kazakistan, ma lambisce appena l’Africa settentrionale e non arriva certo dalla Cina o dal Madagascar.
Presente da sempre nelle regioni meridionali del nostro paese, da alcuni anni si sta spostando verso nord anche a causa degli inverni più miti e delle temperature medie più elevate.
Le prime segnalazioni a Roma sono del 2019, a Trieste dal 2018, Genova e Grosseto nel 2020
L’ISPRA è intervenuta creando post informativi e rilasciando a La Repubblica l’intervista di Valentina Raggiu ad Andrea Monaco, zoologo dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, dove di fatto fornisce informazioni corrette tentando di smorzare l’inutile ondata di allarmismo.

Di seguito alcuni link di approfondimento
Intervista a Andrea Monaco (ISPRA)
https://www.kraugh.it/vespa-orientalis/
https://www.kraugh.it/ciclo-vitale-dei-calabroni-genere-vespa/
https://www.kraugh.it/quanto-sono-realmente-pericolose-le-vespe-crabro/